I Piani di Recupero (P.d.R.)
Piano di Recupero - Iniziativa pubblica o privata

Il Piano di Recupero nasce da una duplice esigenza: la prima, di carattere culturale, di porre in essere uno strumento urbanistico attuativo di più semplice concezione ed approvazione dei già vigenti piani particolareggiati, in grado di intervenire sugli ambiti urbanistici del patrimonio edilizio esistente; la seconda, di far uscire gran parte del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente, ivi compreso quello storico, dalle difficoltà attuative in cui lo aveva ingabbiato un indiscriminato ricorso delle pianificazioni locali allo strumento del piano particolareggiato.
Possiamo desumere dalla norma che, laddove i comuni abbiano provveduto a localizzare le zone di recupero dell’edificato esistente, si può, con la stessa deliberazione consigliare o con un atto successivo, individuare “gli immobili, complessi edilizi,…” per i quali occorre predisporre un piano di recupero prima del rilascio della concessione.
La localizzazione degli “immobili, dei complessi edilizi,…” è pertanto una preventiva misura che deve essere attuata nella pianificazione urbana e che può avvenire solo all’interno delle zone di recupero. La perimetrazione può essere assai varia e può comprendere “isolati ed aree” o anche solamente “immobili o complessi edilizi”.
Il Piano di Recupero può essere sia di iniziativa pubblica che privata in quanto la legge consente che i proprietari di immobili inclusi nei Piani di recupero possano proporre un progetto di piano quando abbiano almeno i tre quarti del valore catastale degli immobili interessati.